Segnalibri #8

Gli ultimi segnalibri del 2022 sono dedicati a due classici contemporanei, ma ascrivibili a due diverse tradizioni letterarie, quella inglese e quella russa. Nel primo caso si tratta di un romanzo che mi ha fatto conoscere un autore di cui non avevo ancora letto nulla, nel secondo di un ritorno ad una penna già ampiamente apprezzata. I due libri hanno in comune qualcosa nel tema, dato che in entrambi si parla matrimonio, ma la prospettiva del racconto è molto diversa.


Sotto gli alberi di Thomas Hardy (1872) racconta una tipica vicenda inglese del XIX secolo, ambientata nelle campagne del Wessex (regione antica che si sovrappone al Dorset), in una comunità di parrocchiani alle prese con alcune novità: è appena passato il Natale quando l'affiatato coro capeggiato dall'anziano William Dewey, patriarca di una famiglia di carrettieri, apprende che il nuovo vicario ha deciso di sostituire il suo intervento durante le funzioni liturgiche con intermezzi musicali di un organo meccanico, affidato alle mani dell'affascinante direttrice scolastica Fancy Day. Il giovane Dick Dewey è innamorato di Fancy dalla notte della Vigilia, quando l'ha vista affacciarsi alle finestre della scuola per ascoltare i canti del coro e tutto l'anno successivo trascorre in un corteggiamento timido in cui la paura di esporre i propri sentimenti si accompagna costantemente alle aspettative sociali, in base alle quali per Fancy e per suo padre sarebbe più conveniente un matrimonio con il fattore Shiner o con lo stesso vicario Maybold. Fra le pagine leggere di Hardy scorrono via le schermaglie di un impacciato pretendente e di una ragazza vezzosa e volubile, che fino alla fine non ci permette di intuire se il fantomatico matrimonio, per dirla manzonianamente, s'ha da fare.

Lev Tolstoj è invece l'autore de La felicità domestica (1859), breve romanzo che, con Anna Karenina e La sonata a Kreutzer, compone il ciclo narrativo dedicato al matrimonio. Sicuramente meno noto degli altri due, La felicità domestica risulta anche meno coinvolgente, seppur non meno problematico. L'attenzione si pone ancora una volta su una relazione infelice, le cui cause sono rintracciate nella grande differenza d'età fra i due coniugi. Da una parte c'è la giovanissima Mascia, che vive con la sorella e la governante dalla morte dei genitori, dall'altra l'amministratore dei beni di famiglia, Serghièi, di vent'anni più anziano. La stima profonda di Mascia per Serghièi, unita al ricordo della frase della madre che per la figlia avrebbe voluto un marito proprio come lui, fa sì che la giovane donna si convinca di esserne innamorata e di poter essere felice con lui, tuttavia in pochissimo tempo le aspettative, il desiderio di svago e di divertimento che Mascia naturalmente prova per la sua età si scontrano con la pacatezza e il desiderio di tranquillità di Serghièi, che pure non vuole impedirle di fare esperienza di ciò di cui lei sente il bisogno, senza tuttavia essere disposto a prendervi parte.

I due romanzi, che hanno quasi la stessa estensione, si lasciano leggere in poche ore, anche se quello di Hardy ha una maggiore vivacità e, dato il registro leggero, è sicuramente più agevole e meno impegnativo. Il Tolstoj di questo breve testo, invece, risulta poco fluido e non invita a godersi la lettura: diversamente da La sonata a Kreutzer, La felicità domestica appare gravato da una descrizione della psicologia tipica del memoriale e la voce di Mascia non è particolarmente efficace nel produrre immedesimazione e convolgimento. Si è confermata dunque la mia preferenza per il Tolstoj dei grandi romanzi, inoltre ho deciso che anche con Hardy vorrei spingermi verso i grandi titoli, come Tess dei d'Urbreville. Che ne pensate?

C.M.

Commenti

  1. Tess dei d'Urberville mi piacque moltissimo, soprattutto per lo studio dei personaggi. Il mio preferito di Hardy resta Nel bosco perché è molto realista, figlio del proprio tempo e, sicuramente, perché lo lessi ne momento giusto. Ricordo che trovai il finale un capolavoro, decisamente più 'vero' di quello di Tess. Sono due opere, a tratti, così distanti. Un po' come Orgoglio e pregiudizio e Persuasione.

    Per primo, tuttavia, forse è meglio leggere Tess. Attendo un tuo aggiornamento in proposito.

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    1. Sicuramente ne scriverò, se dovessi leggerlo. Mi hai anche ricordato che devo leggere anche Persuasione, e sapere che è diverso da Orgoglio e pregiudizio (che non mi ha per nulla coinvolta) mi incoraggia.

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