La fotografa degli spiriti - Desy Icardi

Il ciclo di romanzi di Desy Icardi dedicati ai cinque sensi si è arricchito, negli ultimi mesi dello scorso anno, con l'uscita del quarto capitolo, La fotografa degli spiriti (sempre per Fazi Editore). Chi ha amato i precedenti volumi, L'annusatrice di libri, La ragazza con la macchina da scrivere e La biblioteca dei sussurri, vi ritroverà Torino e altre località piemontesi, ma soprattutto l'avvocato Edmondo Ferro, vero anello di congiunzione fra tutte queste storie surreali.
 
 
Qui lo incontriamo, oltre che con la bibliomania che lo contraddistingue, nei suoi anni giovanili, agli inizi del secolo, mentre si preoccupa di coniugare la professione di avvocato che, in un certo senso, gli è capitata in sorte (in quanto erede dello studio fondato dal padre e socio dell'iroso zio Eugenio) con la sua vera passione, nonché unico autentico interesse: la lettura. In questo nuovo appuntamento narrativo, Desy Icardi ce lo mostra alle prese con un caro amico, Raniero, che lo convince ad affiancarlo nella ricerca di uno scoop giornalistico che crede sia in grado di catapultarlo nella redazione di un'importante testata cittadina; Raniero, infatti, ha saputo che nella casa di una nobildonna torinese si tengono regolarmente delle sedute spiritiche, la cui autenticità sarebbe confermata dalle fotografie che ritraggono gli spettri evocati dalla misteriosa medium. Edmondo Ferro ha il prestigio necessario per ottenere un invito ad una delle esclusive serate del paranormale, Raniero gli strumenti per rivelare al mondo la truffa; all'avvocato andrà poi il merito di rappresentare tutti coloro che, al momento del proesso, si dichiareranno vittime del raggiro.
I capitoli delle vicende di Edmondo, Raimondo ed Eloisa, la ribelle cugina dell'avvocato, ben più motivata di lui nello studio della legge ma impossibilitata per via del suo sesso ad esercitare la professione per cui sente la vocazione, si intrecciano le vicende di Pia Martinot, incastrata in un matrimonio per procura e imbarcata su un transatlantico a seguito di monsù Bardella, sensale e fotografo, per raggungere il marito in Argentina. Pia viaggia con altre giovani piemontesi, più o meno convinte che lo sposo che le attende sia un proprietario terriero benestante, in grado di gaantire loro una vita migliore di quella che avrebbero condotto nelle campagne italiane e di assicurare l'invio di un po'di denaro alle famiglie di origine. Durante il viaggio Pia affianca il Bardella, che guadagna qualche soldo scattando fotografie ai viaggiatori di prima classe durante le passeggiate sul ponte o durante le serate danzanti, acquisendo una certa abilità nel cogliere, con i suoi scatti, dei tratti della personalità e dello stato d'animo che normalmente le fotografie con tradiscono. Nel frattempo, però, Pia, matura la consapevolezza di essere vittima di una compravendita e cerca l'occasione buona per sottrarsi al suo infelice destino.
Le due vicende scorrono quasi in parallelo (l'inizio di quella di Pia Martinot precede in realtà di due anni quella di Edmondo Ferro), per convergere nelle ultime pagine grazie ad una soluzione che non si può rivelare senza guastare la trama. Se ne deduce che, rispetto ai romanzi precedenti, l'avvocato Ferro non sia una spalla della protagonista, ma un personaggio autonomo, anzi, di rilievo anche maggiore rispetto a quello, apparentemente paritario, di Pia, che, pure, è colei a cui allude il titolo.
Come sempre, Desy Icardi dà prova del suo talento di narratrice, che si traduce nella capacità di scrivere storie semplici ma non banali e per l'uso magistrale della lingua italiana, di cui fa riscoprire espressioni a volte desuete ma sempre opportune nel contesto in cui ricorrono.
Rispetto ai romanzi precedenti, tuttavia, è mancata quella vivacità che rendeva la storia brillante e che ha fatto guadagnare ad Adelina, Dalia e Dora il titolo di protagoniste di alcuni dei migliori libri letti negli ultimi anni. La vicenda di Pia, infatti, si presenta come un interessante spunto, in grado di fare luce anche su complesse dinamiche sociali di inizio Novecento, tuttavia è sovrastata dalle avventure dell'avvocato Ferro, estremamente godibili ma non efficacemente amalgamate nell'insieme. L'impressione è che lo sviluppo della storia, al convergere dei due filoni narrativi, sia stato rapidamente spinto allo scioglimento, senza che gli fosse infuso il respiro che avrebbe meritato: proprio laddove le indagini di Edmondo e gli scatti di Pia potevano dialogare, il romanzo si interrompe, giungendo all'epilogo più in fretta di quanto avrei voluto. In questo modo anche il talento di Pia, fotografa degli spiriti, rimane inespresso, mascherato dietro a qualche breve frase o allusione, e il lato surreale della storia viene spento.
A conti fatti, La fotografa degli spiriti mi ha offerto ore piacevolissimi di lettura, mi ha permesso di incontrare personaggi ben dipinti e ricchi di potenzialità, ma è finito troppo presto, non con un semplice e accettabile finale aperto, ma lasciandomi il bisogno di capire meglio le dinamiche sottese al racconto e di consumare qualche pagina in più nel tentativo di soddisfarlo. Nel complesso, il mio entusiasmo verso i romanzi di Desy Icardi rimane invariato e aspetta di essere tenuto vivo con la prossima avventura.

Credo che nessuno s’inganni, ma che allo stesso tempo nessuno veda realmente le cose per come sono.


C.M.

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