Giulia, la figlia di Augusto - Lorenzo Braccesi

La fine della Repubblica, l'affermazione del principato, la cultura di epoca augustea costituiscono uno dei più interessanti snodi della storia antica, intorno ai quali si definisce una intricata rete di personaggi e di relazioni. In uno scenario politico che ha per protagonisti, come è ovvio, uomini di potere di estrazione senatoria o militare, si distinguono forse per la prima volta in maniera importante anche delle figure femminili: quella di Livia Drusilla, moglie di Augusto, e quella di Giulia, unica figlia del princeps. Della prima è ben nota la capacità di influenzare gli eventi e le scelte del consorte, ma la seconda è una figura meno conosciuta, che la storiografia contemporanea, non certo imparziale, ha presentato perlopiù come la protagonista di scandali sessuali.
Al personaggio di Giulia è dedicato il libro di Lorenzo Braccesi Giulia, la figlia di Augusto (Laterza, 2012), che indaga nel labirinto delle relazioni fra i membri della dinastia giulio-claudia e incrocia fonti non solo storico-biografiche ma anche letterarie, restituendo ad una donna che, secondo le aspettative della sua epoca, ha fallito nell'incarnare l'immagine della perfetta matrona romana la forte personalità che l'ha resa la protagonista di una vera e propria rivoluzione, oltre che l'eroina della plebe romana.
Nata dal primo matrimonio di Gaio Giulio Cesare Ottaviano con Scribonia, nel 39 a.C., Giulia divenne ben presto, come di norma accadeva nella società romana, lo strumento di costruzione di alleanze politiche e, nell'ottica della successione al principato, della procreazione di eredi legittimi della gens Iulia a cui affidare le sorti dello Stato. Sposò dapprima Gaio Marcello (primo erede designato da Augusto), poi Marco Vipsanio Agrippa (amico fidato e compagno d'armi del princeps), infine Tiberio Claudio Nerone (figlio di Livia e secondo imperatore); nacquero dal secondo matrimonio i suoi figli Gaio, Lucio, Giulia, Agrippina e Agrippa Postumo, i primi dei quali adottati da Augusto e destinati a succedergli (forse in coppia diarchica), se non fossero morti prima di lui. Giulia è descritta nel comune affresco della storia come una libertina incapace di rinunciare al lusso e al prestigio della propria posizione, che legò a sé diversi amanti, il più famoso dei quali fu Iullo Antonio, figlio di quel Marco Antonio che il padre aveva sconfitto ad Azio nel 31 a.C. e della prima moglie di lui, Fulvia, ma cresciuto come suo cugino nella casa di Ottavia (sorella di Augusto e seconda moglie di Antonio). Iullo fu poeta, come lo fu il più famoso Publio Ovidio Nasone, che scontò con l'esilio a Tomi, sul Mar Nero, la pubblicazione degli sconci versi dell'Ars amatoria e un comportamento di estrema gravità, accuse che nei suoi Tristia sarebbero state riassunte nella formula nebulosa di carmen et error. L'esilio di Ovidio seguì di dieci anni quello di Giulia, allontanata da corte e relegata a Ventotene in applicazione delle leggi introdotte dal padre contro gli adulteri e a tutela della morale pubblica; trasferita in seguito a Crotone, Giulia vi morì nel 14 d.C., lo stesso anno in cui morirono Augusto e Agrippa Postumo, assassinato a Pianosa.
Lorenzo Braccesi ricostruisce dunque una biografia di Giulia che, però, diventa anche a tratti la biografia di altri membri della sua famiglia, in particolare di Iullo Antonio, Gaio e Lucio e Agrippa Postumo. La sua vicenda personale si intreccia con le ambizioni di Livia, col progetto di una unificazione del sangue delle gentes Giulia e Claudia e con le congiure ordite ai danni del princeps, tutte sventate. Proprio su quest'ultimo punto di concentra lo storico, che esplora in particolare l'attività del circolo di Giulia, quel gruppo di letterati fra cui spicca Iullo Antonio, di cui fece parte forse anche Ovidio e che coltivò probabilmente, al di là di intenti estetici e artistici, dei progetti politici incompatibili con il principato così come lo aveva costruito Augusto. Fra le pagine del libro, Giulia si sottrae alle vicende puramente scandalistiche per affermarsi come una pioniera della libertà sessuale e, insieme, come una rivoluzionaria che, fra una provocazione e l'altra, mira a costruire un potere per sé e per il suo innamorato di una vita, rivitalizzando e reinterpretando anche l'esperienza di Antonio e Cleopatra in un Egitto che sembra averla venerata come una nuova Afrodite.
Giulia figlia di Augusto, madre dei principes iuventutis, amante appassionata, letterata raffinata, astuta congiurata è un personaggio ben diverso dalla mulier lasciva che si incontra nella vulgata, ma non per questo romanzato: tutte le congetture di Braccesi si basano su un apparato di fonti ben fondato e continuamente interrogato, di cui anche i non addetti ai lavori possono agevolmente fruire (anche grazie agli alberi genealogici inseriti in appendice). Quello di Braccesi è un saggio imperdibile per chi ha amato questa figura e le vicende di cui è stata protagonista attraverso il romanzo Augustus di John Williams o, viceversa, il romanzo diventerà il necessario completamento per chi abbia esplorato la vita di Giulia attraverso questa avvincente biografia.

C.M.

Commenti

  1. Ho sempre ammirato la figura di Giulia per la sua brillante intelligenza, eleganza e raffinatezza, sicuramente sopra le righe per l'immagine del padre eppure affascinante ai giorni nostri ed è giusto rivalutare ora queste figure femminili del passato con troppa facilità bollate solo come dissolute e traditrici.

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    1. Verissimo, infatti ho già pensato di portare quello che ho imparato da questa biografia all'interno delle mie lezioni. Sarà un po'come rendere giustizia a Giulia e a molte altre con lei.

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