The Wolf of Wall Street (Martin Scorsese, 2013)

Già insignito del Golden Globe come migliore attore protagonista in un film o commedia musicale, Leonardo di Caprio è in lizza per il premio Oscar come miglior attore protagonista della pellicola che lo porta nelle sale italiane dal 23 gennaio e che sta ottenendo grande successo di pubblico. Va detto a bassa voce, certo, perché l'attore statunitense ha già sfiorato la statuetta due volte per lo stesso ruolo, senza però vedersela assegnare. Non v'è dubbio, però, che la sua interpretazione nell'ultimo film di Martin Scorsese, con il quale intrattiene un sodalizio iniziato nel 2002 con Gangs of New York, sia eccezionale.

Nei panni di Jordan Belfort, insaziabile speculatore di borsa, truffatore, dipendente dal sesso e dalla droga, Leonardo di Caprio regge in maniera magistrale tre ore di film in cui è impegnato nelle gamme espressive più diverse, dal pulito ed equilibrato aspirante broker degli inizi allo strafattone preso da una paralisi in seguito all'assunzione di quaaludes, dal naufrago terrorizzato al marito rabbioso.
Martin Scorsese ha scelto di raccontare la vera storia del miliardario americano che, a capo della Stratton Oakmont, fondata in seguito al crollo finanziario del lunedì nero del 1987 assieme ad un gruppo di sprovveduti da lui istruiti sulle tecniche di convincimento e raggiro, si rese protagonista di truffe reiterate ai danni degli investitori cui rifilava penny stocks, azioni di infimo valore, accumulando enormi ricchezze spese in auto di lusso, yacht, elicotteri, feste, baccanali e quantità industriali di droghe. Consacrato sull'altare di Wall Street da un articolo di Forbes che avrebbe dovuto invece smascherarlo agli occhi del mondo come lupo famelico di denaro e finito nel mirino della polizia federale, Belfort trascorse ventidue mesi in galera e fu autore dell'autobiografia cui si ispira la pellicola.
In The Wolf of Wall Street, Di Caprio è affiancato da un vasto campionario di personaggi, amici, amanti e esponenti del cinico mondo degli affari. Fra questi spiccano l'avvenente Naomi Lapaglia (Margot Robbie), che diventa, dopo il divorzio, la seconda moglie di Jordan e la spalla Donnie Azoff (Jonah Hill), compagno di festini erotici e cocktail di stupefacenti.
Il film procede in maniera frenetica senza senza un solo momento di calo del ritmo drammatico e in una pienezza di suoni e colori che sottolineano l'artificiosità del mondo in cui vive il protagonista. Seguendo la storia di Belfort-Di Caprio, che per la seconda volta in un anno, dopo aver impersonato Gatsby, interpreta un milionario arricchitosi in modo illegale e totalmente immerso in un lusso illimitato, ci troviamo sospesi fra l'incredulità e l'ironia, ridiamo della costruzione delle truffe e delle situazioni paradossali che scaturiscono dai traffici azionari e erotici di Jordan. Nell'animo dello spettatore non si insinua l'istinto della condanna, perché The Wolf of Wall Street è girato, avendo come base uno scritto autobiografico, nella prospettiva del protagonista, come vuole la prassi del noir; eppure le scelte di regia calcano la mano sull'inverosimiglianza di un mondo eccessivo e fragile quanto il sistema azionario su cui si regge.
Dopo American Hustle, questo nuovo anno ricco di entusiastiche premesse cinematografiche ci regala con The Wolf of Wall Street un'altra storia di truffe e imbrogli che mettono in luce i controsensi del mondo contemporaneo raccontandocele attraverso storie vere dell'ultimo trentennio del secolo scorso. In un momento di crisi che evidenzia i danni causati dalla corruzione e dai raggiri, ci troviamo paradossalmente a simpatizzare per personaggi portati sullo schermo da attori formidabili in lotta gli uni contro gli altri per l'ambita statuetta. Vien da chiedersi se questa fascinazione sia dovuta solo alla bravura degli interpreti o anche al segreto piacere che proviamo nel vedere messi a nudo con fare irridente i difetti di personaggi improbabili e moralmente intollerabili.
 

C.M.

Commenti

  1. Per me è un capolavoro, tra i migliori film di Martin Scorsese e con Leonardo Di Caprio monumentale. Tre ore a una velocità incredibile e che letteralmente ti portano dentro un Mondo pazzo e eccessivo, che ci viene presentato così come potremmo solo pensarlo, e dal quale possiamo basare le nostre conclusioni, ovvero cosa rappresenta Jordan Belfort e tutto il carrozzone che ha creato e le persone che ha portato a sé: l'ambizione sfrenata dell'uomo e la deriva inevitabile a può far arrivare. Film da 10 e lode. Bellissimo.

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    1. Tutto sommato, descrive tante figure che vendono aria fritta e che sono capaci di creare e distruggere a loro piacimento e lo fa senza risultare né moralista né celebrativo. Eccezionale Di Caprio, che merita sicuramente l'Oscar, anche se non posso dire di conoscere tutte le performance dei suoi concorenti e di poter fare una valutazione globale!

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  2. Vorrei vederlo ma trovare tre ore per vedere il film è difficile soprattutto perché voglio rilassanti e capirlo :P

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    1. Capisco benissimo, trovo anch'io che per gustarsi un film si debba essere tranquilli, per me è così anche con i libri, le mostre, gli spettacoli, in fondo si tratta di momenti di relax! :)

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  3. Ciao scusa l'intrusione, sono il papà di Valivi (l'autrice di Acqua e Limone).
    Valeria è ricoverata in ospedale e no può postare l'articolo promesso.
    Cercherà di rimediare quando la dimetteranno (e purtroppo non so ancora quando, non è nulla di grave ma non so dirvi se sarà tra 2gg o più).
    Grazie ancora e scusate se ho scritto qui, mi ha detto lei di fare così (sono un informatico ma... di vecchio (vecchissimo) stampo ;))

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    1. Buonasera! Non si preoccupi, anzi, grazie di aver mandato questa comunicazione: avviserò la responsabile del progetto per cui Valivi doveva scrivere, non ci saranno problemi. Porga i miei saluti e i miei auguri a Valivi, la aspettiamo! :)

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