Fame d'aria - Daniele Mencarelli

Ho aspettato che si concludesse l'evento di Festivaletteratura dedicato a Daniele Mencarelli per parlare del suo ultimo romanzo, Fame d'aria (Mondadori), letto a un paio di mesi di distanza da Tutto chiede salvezza: l'incontro con l'autore mi incuriosiva per sondare il fondo della storia del protagonista, Pietro, per costruire la quale Mencarelli ha ancora una volta attinto al proprio vissuto.
Fame d'aria affronta il difficile tema della solitudine delle famiglie di fronte alla malattia che piomba improvvisa a sconvolgere progetti, sogni e investimenti, imponendo enormi e snervanti sacrifici per la semplice sopravvivenza. Pietro è un cinquantenne che, nel suo viaggio verso la Puglia, dove si è dato appuntamento con la moglie Bianca per festeggiare l'anniversario, finisce per caso nell'immaginario borgo molisano di Sant'Anna del Sannio quando la sua auto si guasta; al meccanico che lo soccorre e lo accompagna nell'unico bar del paese, che conserva ancora le stanze della vecchia pensione, appare il suo strano accompagnatore: è il figlio Jacopo, autistico a basso funzionamento, che, secondo l'automatica presentazione del padre, non parla, non sa fare nulla, si piscia e caca addosso. Per Pietro inventarsi il superamento dei pochi giorni necessari alla riparazione dell'auto, fra spese inaspettate per le necessità fisiologiche di Jacopo e per il pernottamento nell'albergo di Agata, è solo l'ultima di tante imprese impossibili alle quali l'accudimento di Jacopo lo ha abituato.
Schiacciato dai debiti, pieno di rabbia, frustrato e stanco sia della pietà che degli inutili tentativi di aiuto che riceve dal prossimo, Pietro rappresenta tanti familiari abbandonati all'impoverimento per malattia, psicologicamente distrutti, ignorati dalle istituzioni. In continua lotta per mettere insieme qualche soldo e per ritagliarsi un attimo di riposo, Pietro porta nel romanzo un dramma urgente che, tuttavia, non si impine all'attenzione dell'opinione pubblica perché manca la capacità di far fronte comune e l'ipocrisia, unita a una grottesca etica della sofferenza, la fa apparre marginale, quando, invece, coinvolge tante famiglie.
 
 
Sulla questione, toccando qui e là la trama del romanzo, giovedì 7 settembre Daniele Mencarelli ha dialogato con Massimo Cirri nel corso dell'incontro La normalità è una lotteria, nell'ambito di Festivaletteratura. Il colloquio, durante il quale il peso delle tematiche della malattia, dell'abbandono, della resistenza e della solidarietà (una particolare forma di solidarietà che è stata definita normalità larga) è stato stemperato da interventi ironici, graffianti e provocatori, ha travalicato i confini della presentazione di un libro e si è trasformato in un momento prezioso di riflessione sociale e culturale. Ne è emersa l'urgenza di raccontare di Mencarelli, che con Fame d'aria ha voluto dar voce a chi una voce non ha, secondo un'idea altissima di letteratura, che, per sua natura, è sempre impegnata, perché sempre parla a qualcuno di sé, del suo prossimo, della realtà in cui vive.
Come già in Tutto chiede salvezza, ho trovato in Fame d'aria e nell'intervento mantovano di Mencarelli la profondità, la schiettezza e l'onestà di chi ha sperimentato e quindi conosce bene ciò di cui racconta. La storia di Pietro e Jacopo è un macigno e non merita una liquidazione ipocrita: il lettore vi trova la cruda rappresentazione di ciò che spesso è vicinissimo a noi e di cui, però, possiamo appena immaginare i risvolti, ma anche, nei dialoghi del protagonista con i personaggi secondari, una rassegna dei punti di vista che evidenzia l'impotenza dell'individuo solo contro il mondo.

C.M.

Commenti

  1. Interessante. Mi hai ricordato, sia per tema che per similitudine col titolo, Come d'aria, che ha vinto il Premio Strega quest'anno.
    Di certo è un tema urgente e importante, e che ancora non viene attenzione come meriterebbe, anche a causa dei pregiudizi e delle difficoltà nell'accettare quel che non si ritiene normale.

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    1. È importante che questa urgenza venga fuori: la letteratura può aprire strade che ancora esitiamo a percorrere, col suo potere di farci sperimentare ciò che non conosciamo direttamente.
      Su Come d'aria ammetto di non essermi ancora informata, dovrò rimediare, se ravvisi questa somiglianza.

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  2. Io ho avuto il piacere di accoglierlo assieme alla mia collega per un reading e presentazione del romanzo martedì 19 settembre. È stato significativo in modo particolare per lui, perché Mencarelli è proprio di queste parti, fra Ariccia e Genzano. È stato bellissimo dar voce ad alcuni passaggi del romanzo e poi ascoltare il suo commento a questa storia. L'uditorio è rimasto rapito dalla sua capacità di toccare temi di grande importanza e urgenza e farlo con l'umiltà che lo contraddistingue.

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    1. Deve essere stato un evento molto emozionante: se già ascoltarlo nel gremito padiglione di Festivaletteratura è stata un'esperienza preziosa, farlo in un ambiente più raccolto e, per così dire, familiare avrà di certo dato alle riflessioni affrontate una profondità ancora maggiore. Complimenti!

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