La pasticciera di mezzanotte - Desy Icardi

Si conclude con La pasticciera di mezzanotte la pentalogia di Desy Icardi dedicata ai cinque sensi: iniziata con le avventure di Adelina (L'annusatrice di libri), proseguita con quelle di Dalia (La ragazza con la macchina da scrivere), Dora (La biblioteca dei sussurri) e Pia (La fotografa degli spiriti), arriva a conclusione con quelle della nobile decaduta Jolanda. A legare le storie di queste donne giovani o giovanissime sono la città di Torino e il personaggio dell'avvocato Edmondo Ferro, che intreccia la propria strada con loro in diversi momenti della sua vita.


La vicenda de La pasticciera di mezzanotte si snoda fra gli anni '80 del XIX secolo e il 1917, fra l'infanzia di Jolanda e i disordini scoppiati in città per la fame e per l'opposizione alla guerra. Edmondo Ferro è, suo malgrado, partecipe delle rivolte, che appoggia in quanto pacifista ma anche, una volta coinvolto dalla sua portinaia, come sostenitore delle istanze di sciopero delle operaie torinesi. Nel pieno delle agitazioni riceve Damiano Ferraris, un imprenditore torinese che, intenzionato a divorziare dalla moglie Jolanda, chiede un'assistenza legale che l'avvocato, tuttavia, non gli può offrire. La visita, tuttavia, libera le memorie di Edmondo, che, in gioventù, ha conosciuto Jolanda, nipote del venerando barone Durand, e che sarebbe potuto diventarne il marito, se avesse avuto qualche interesse a sposarsi.
Discendente di una nobile famiglia decaduta, Jolanda è cresciuta sotto l'egida della zia Isabella, che ha creduto di affidare ai matrimoni di sua madre Irma e al suo le speranze di salvezza del patrimonio familiare e della tenuta della Maltese. L'ossessione di Isabella ha riversato sulla famiglia Durand il peso di aspettative sociali fortissime, che hanno logorato i rapporti della zia prima con la figlia dell'adorato fratello e poi con la nipotina. L'incomunicabilità, le liti e i segreti spiegano il cattivo rapporto di Jolanda con il cibo, ma il disagio di Jolanda è mitigato, inaspettatamente, dall'apparizione di un fantasma notturno che inizia a lasciarle dei biscotti davanti alla porta e che la trascina con sé in cucina a preparare dolci. Le peripezie di mezzanotte, tuttavia, durano poco e vengono rabbiosamente troncate dal padre di Jolanda: solo anni dopo, grazie all'intervento goffo ma provvidenziale di Edmondo, Jolanda riuscirà, non senza difficoltà, ad avere ragione del divieto di tornare in cucina, dei veri sentimenti della zia nei suoi confronti, dell'infelicità e dei disturbi alimentari che l'hanno accompagnata per tanto tempo.
La narrazione prosegue con la ormai consueta alternanza di piani temporali e personaggi, che porta a esplorare ora l'infanzia e la giovinezza di Jolanda, ora a seguire le avventure di Edmondo Ferro, che indaga nel suo passato e ricerca un nuovo contatto con lei proprio nei giorni più difficili delle tensioni torinesi. Si aggiunge qui la variazione dei punti di vista, con le vicende di Jolanda narrate in terza persona o ricostruite attraverso la corrispondenza epistolare fra la zia Isabella e la madre di Edmondo e quelle dell'avvocato riportate da lui stesso. C'è di più: Edmondo Ferro, che non ci fa mai dimenticare la propria passione per la lettura, scopertosi di colpo personaggio di una vicenda degna di un romanzo, si presenta come il narratore stesso di tutta la storia de La pasticciera di mezzanotte, che condivide con la sua cameriera, Marianna.
Torna, in quest'ultimo romanzo (pubblicato, come gli altri quattro, da Fazi editore), la felice sintesi di verosimiglianza e fantasia che tende il sottile filo di surreale già apprezzato nelle storie precedenti. Se il risultato de L'annusatrice di libri rimane inarrivabile, con La pasticciera di mezzanotte Desy Icardi è tornata alla vivacità dei primi tre libri, dopo il risultato gradevole ma non esaltante del penultimo. Qui si avverte di nuovo l'efficace fusione di vicende lontane ma connesse, l'originalità di una trovata narrativa che scava in temi di forte attualità (la condizione femminile, i divari sociali, le proteste dei lavoratori) ma che non se ne lascia soffocare, l'incontro di personaggi le cui aspirazioni e i cui caratteri costruiscono un intreccio di esperienze letterariamente significative e coinvolgenti. A chiusura di un cerchio, emergono poi le corrispondenze, le somiglianze fra le protagoniste e la capacità di ciascuna di assumere una propria identità, ben distinta dalle sue compagne mai conosciute.

Il fantasma continuò a farle visita, sospingendo la porta della sua stanza poco prima che la pendola nel corridoio battesse la mezzanotte. Jolanda rimaneva immobile sotto le lenzuola attendendo col batticuore che la misteriosa presenza si stufasse di restarsene impalata a fissarla. Dopo che l'intruso aveva accostato la porta e se n'era andato, Jolanda non riusciva a prendere sonno fino all'alba e, quando si risvegliava col sole ormai alto, trovava dinnanzi alla porta della sua camera un dolce che ovviamente non mangiava. Era incapace di deglutire gli alimenti normali, figurarsi quelli spiritati. Forse, le venne in mente, era proprio quella la chiave per essere lasciata in pace dal fantasma: mangiare quel che le lasciava davanti alla porta.

C.M.

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