Prima di confezionare il classico post dei bilanci di fine anno, tenevo
ad aggiornare i progressi di lettura dedicando un momento e qualche riga
alle letture dell'ultimo mese e mezzo (rimane escluso l'ultimo libro
dell'anno, La cartoleria Tsubaki, che sto ancora leggendo).
Nel
mese di novembre sono tornata a Marco Balzano, con il romanzo Il figlio
del figlio, che narra la storia Nicola, Riccardo e Leonardo; il primo,
il più giovane, è un professore precario; il secondo è suo padre, che
non condivide la sua scelta di vita e giudica il figlio in un continuo
confronto con le proprie scelte di vita; l'ultimo è il nonno, contadino
di Barletta trasferitosi a Milano. Dopo anni passati a tergiversare e
prendere tempo, Leonardo ha deciso di vendere la casa in Puglia,
troncando così l'unico rapporto con le origini: una scelta sofferta ma
necessaria, dato che, ormai, l'appartamento versa in condizioni di
abbandono e non interessa più a nessuno. I tre, quindi, intraprendono un
viaggio destinato a far emergere le diverse visioni di tre generazioni e
i conflitti che ad esse si accompagnano. Come in Resto qui e Quando tornerò ho trovato un Balzano interessato alla questione delle radici,
del luogo natale, delle aspirazioni che, a volte, comportano un sofferto
taglio con il passato degli affetti, tuttavia il romanzo non ha, dei
due precedentemente letti, l'intensità, la capacità di coinvolgere.
Sulla
scia di una conversazione scolastica ho voluto poi avvicinarmi ad un
classico per ragazzi, che conoscevo solo vagamente (e in modo molto
sbiadito) attraverso il film che ne è stato tratto: La storia infinita
di Michael Ende. È il celeberrimo racconto delle avventure di Bastiano
Baldassarre Bucci, un ragazzino vittima dei bulli e appassionato di
lettura, che, in un giorno di pioggia, si infila in un negozio di
antiquariato e ruba al proprietario un libro intitolato La storia
infinita, che inizia subito a leggere, nascosto nella soffitta della
scuola. Bastiano si immerge nella lettura, catturato dal mondo di
Fantàsia e dal pericolo di disfacimento che incombe su di esso, dal
coraggio di Atreiu, che risponde alla chiamata dell'Infanta Imperatrice,
che lo incarica di trovare il salvatore. Per Bastiano è l'inizio di un
viaggio incredibile, di una storia sul potere dell'immaginazione e sul
coraggio. L'esperienza di questo libro è stata interessante e scorrevole
per tutta la prima metà, mentre si è trascinata stancamente per il
resto della storia: la fama de La storia infinita aveva creato
aspettative decisamente più alte.
L'ultimo libro di cui voglio
parlare oggi è un volume illustrato: Il bambino, la talpa, la volpe e il
cavallo di Charlie Mackesy, che è arrivato nelle mie mani grazie al
suggerimento di alcune colleghe. Destinato ai bambini ma, come tutti i
testi di questo genere ben fatti, apprezzabile anche dagli adulti,
racconta dell'incontro fra un bambino curioso e un po'spaventato, una
talpa golosa di torta, una volpe taciturna e diffidente e un cavallo di
grande saggezza. Così diversi fra loro, i quattro personaggi affrontano
un percorso che li mette di fronte alla necessità di accettarsi per come
si è, di non caricarsi di aspettative troppo elevate, di coltivare
piccoli gesti e sentimenti, primo fra tutti la gentilezza, di essere
disposti a chiedere aiuto e a rivelare le proprie debolezze. Il testo,
corredato di bellissime immagini che uniscono bozzetti in bianco e nero a
stampe colorate, si può leggere anche come una raccolta di aforismi
carichi di messaggi positivi, adatti chi sta affrontando la crescita, i
dubbi e le paure che vi si accompagnano, tuttavia rappresenta una
vicenda ben chiara di maturazione e di progressiva consapevolezza, che
porta i quattro protagonisti a voltarsi e ad apprezzare la strada fatta
insieme. Il libriccino di Mackesy è stato una rivelazione, una coccola,
in un certo senso: le avventure del bambino e dei suoi amici animali ci
ricordano che si può e si deve apprezzare l'ordinario, che non dobbiamo
identificare la felicità o la realizzazione col raggiungimento di
traguardi abbaglianti, che la perfezione è spesso un mito che ci getta
nel senso di inadeguatezza e ci fa dimenticare ciò che di buono già
abbiamo.
Avete letto qualcuno di questi libri? Cosa ne pensate?
C.M.
C.M.
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