Segnalibri #13

Prima di confezionare il classico post dei bilanci di fine anno, tenevo ad aggiornare i progressi di lettura dedicando un momento e qualche riga alle letture dell'ultimo mese e mezzo (rimane escluso l'ultimo libro dell'anno, La cartoleria Tsubaki, che sto ancora leggendo).
 
 
Nel mese di novembre sono tornata a Marco Balzano, con il romanzo Il figlio del figlio, che narra la storia Nicola, Riccardo e Leonardo; il primo, il più giovane, è un professore precario; il secondo è suo padre, che non condivide la sua scelta di vita e giudica il figlio in un continuo confronto con le proprie scelte di vita; l'ultimo è il nonno, contadino di Barletta trasferitosi a Milano. Dopo anni passati a tergiversare e prendere tempo, Leonardo ha deciso di vendere la casa in Puglia, troncando così l'unico rapporto con le origini: una scelta sofferta ma necessaria, dato che, ormai, l'appartamento versa in condizioni di abbandono e non interessa più a nessuno. I tre, quindi, intraprendono un viaggio destinato a far emergere le diverse visioni di tre generazioni e i conflitti che ad esse si accompagnano. Come in Resto qui e Quando tornerò ho trovato un Balzano interessato alla questione delle radici, del luogo natale, delle aspirazioni che, a volte, comportano un sofferto taglio con il passato degli affetti, tuttavia il romanzo non ha, dei due precedentemente letti, l'intensità, la capacità di coinvolgere.
 
Sulla scia di una conversazione scolastica ho voluto poi avvicinarmi ad un classico per ragazzi, che conoscevo solo vagamente (e in modo molto sbiadito) attraverso il film che ne è stato tratto: La storia infinita di Michael Ende. È il celeberrimo racconto delle avventure di Bastiano Baldassarre Bucci, un ragazzino vittima dei bulli e appassionato di lettura, che, in un giorno di pioggia, si infila in un negozio di antiquariato e ruba al proprietario un libro intitolato La storia infinita, che inizia subito a leggere, nascosto nella soffitta della scuola. Bastiano si immerge nella lettura, catturato dal mondo di Fantàsia e dal pericolo di disfacimento che incombe su di esso, dal coraggio di Atreiu, che risponde alla chiamata dell'Infanta Imperatrice, che lo incarica di trovare il salvatore. Per Bastiano è l'inizio di un viaggio incredibile, di una storia sul potere dell'immaginazione e sul coraggio. L'esperienza di questo libro è stata interessante e scorrevole per tutta la prima metà, mentre si è trascinata stancamente per il resto della storia: la fama de La storia infinita aveva creato aspettative decisamente più alte.

L'ultimo libro di cui voglio parlare oggi è un volume illustrato: Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo di Charlie Mackesy, che è arrivato nelle mie mani grazie al suggerimento di alcune colleghe. Destinato ai bambini ma, come tutti i testi di questo genere ben fatti, apprezzabile anche dagli adulti, racconta dell'incontro fra un bambino curioso e un po'spaventato, una talpa golosa di torta, una volpe taciturna e diffidente e un cavallo di grande saggezza. Così diversi fra loro, i quattro personaggi affrontano un percorso che li mette di fronte alla necessità di accettarsi per come si è, di non caricarsi di aspettative troppo elevate, di coltivare piccoli gesti e sentimenti, primo fra tutti la gentilezza, di essere disposti a chiedere aiuto e a rivelare le proprie debolezze. Il testo, corredato di bellissime immagini che uniscono bozzetti in bianco e nero a stampe colorate, si può leggere anche come una raccolta di aforismi carichi di messaggi positivi, adatti chi sta affrontando la crescita, i dubbi e le paure che vi si accompagnano, tuttavia rappresenta una vicenda ben chiara di maturazione e di progressiva consapevolezza, che porta i quattro protagonisti a voltarsi e ad apprezzare la strada fatta insieme. Il libriccino di Mackesy è stato una rivelazione, una coccola, in un certo senso: le avventure del bambino e dei suoi amici animali ci ricordano che si può e si deve apprezzare l'ordinario, che non dobbiamo identificare la felicità o la realizzazione col raggiungimento di traguardi abbaglianti, che la perfezione è spesso un mito che ci getta nel senso di inadeguatezza e ci fa dimenticare ciò che di buono già abbiamo.
 
Avete letto qualcuno di questi libri? Cosa ne pensate?

C.M.

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