Tiriamo le somme

Fine anno, tempo di bilanci. Questo 2024 è stato piuttosto impegnativo: alla normale mole di lavoro si sono aggiunti piccoli e grandi incarichi che hanno contribuito a far sentire il loro peso, tanto che, anche dopo le vacanze estive, ho iniziato ben presto a percepire di nuovo la stanchezza e confesso che l'attesa della pausa natalizia è iniziata davvero presto, infatti ai primi di novembre ero già in sovraccarico. 
C'è però da dire che hanno contribuito alla percezione di fatica anche alcune cose che hanno costituito prima di tutto una soddisfazione: il viaggio a Londra, che mi ha riempito il ponte di Carnevale (che, altrimenti, avrei passato a sonnecchiare), il progetto teatrale della scuola, con allestimento dello spettacolo finale, e la ripresa dell'attività narrativa che avevo abbandonato da tempo. 
Di questi impegni il blog, che a febbraio ha spento la decima candelina, ha risentito parecchio, infatti ho scritto solo 35 post e devo dire che l'entusiasmo per la scrittura si è molto affievolito, complice il fatto che, ormai, anche il dibattito sui libri si è spostato sui social e ha assunto forme di tale brevità che la mia vena prolissa non mi permette di affrontare in modo efficace.
 

Ma veniamo ai libri, da sempre protagonisti indiscussi delle pagine di questo blog. Contatori di Goodreads alla mano, scopro di aver letto quasi 16.000 pagine, distribuite in 53 libri (l'obiettivo era leggerne almeno 50). Alcune letture sono state in realtà delle riletture, affrontate in qualche caso per questioni didattiche, in altri per il piacere di recuperare dei ricordi sbiaditi. Ci sono state poche letture esaltanti, ma non ho avuto alcun dubbio quando ho dovuto individuare i miei magnifici cinque, anzi, per la prima volta affiancherò ai titoli memorabili altri due segnalati speciali.
Partiamo da questi ultimi: a Magnificat di Sonia Aggio, un indimenticabile esordio che mi ha incantata per l'idea narrativa che sviluppa e per il forte legame con un territorio che conosco bene, si affianca La cartoleria Tsubaki di Ito Ogawa, dai consueti toni confortevoli tipici delle storie giapponesi. Il primo è stato talmente significativo che l'ho suggerito praticamente a tutti quelli con cui sono solita parlare di libri (studenti compresi), del secondo vi parlerò con l'inizio del nuovo anno, perché l'ho concluso proprio nelle ultime ore. È solo perché tradizionalmente ho limitato la mia classifica a cinque titoli che l'uno o l'altro (o entrambi) non sono arrivati in finalissima.
I titoli non sono semplicemente in ordine di preferenza (con il migliore in assoluto alla fine): i primi due sono un saggio e un testo di mitologia e non esiste, per come sono fatta, che libri di questo tipo possano scalzare dei romanzi dal mio podio. Considerata questa bipartizione, i titoli sono in ciascun gruppo in ordine di gradimento.
  • Miti romani di Licia Ferro e Maria Monteleone è uno strumento ideale per accostarsi alle fabulae che svelano l'intreccio fra storia e mito che caratterizza l'immaginario, la vita religiosa, le tradizioni dei Latini: scritto come un avvincente romanzo a episodi, unisce le informazioni di diverse fonti letterarie nella costuzione della mitologia romana.
  • Giulia, la figlia di Augusto di Lorenzo Braccesi è un saggio biografico dedicato ad una monumentale figura femminile che, come spesso è accaduto, è stata oscurata o minimizzata dalla storia. Dopo aver letto questo romanzo ho potuto rispondere senza esitazioni alla domanda che mi hanno rivolto i miei studenti, curiosi di sapere con quale personaggio del passato mi sarebbe piaciuto avere una conversazione: grazie al lavoro attento e preciso di Braccesi, oggi vorrei davvero poter sentire la voce di Giulia, leggere la storia di Roma così come l'ha interpretata lei.
  • Tradite di Reine Arcache Melvin è il primo libro sul podio, l'appassionante storia di Lali e Pilar, due sorelle che attraversano le turbolente vicende delle Filippine negli anni '80 e '90 e che, al tempo stesso, vivono una travagliata vicenda familiare e sentimentale.
  • Fellowship Point di Alice Elliott Dark mi ha portata nel Maine, dove sono stata ospite di Agnes e Polly, due anziane amiche impegnate nella salvaguardia della riserva naturale in cui hanno trascorso tanti momenti importanti delle loro vite, i cui frammenti riemergono poco alla volta fra le pagine di un romanzo delicato e commovente.
  • Il pozzo delle bambole di Simona Baldelli è senza ombra di dubbio il miglior libro che abbia letto quest'anno: mi sono appassionata in maniera viscerale alla vicenda della trovatella Nina, alle sue sofferenze, alle difficoltà e ai traguardi che la costellano. La storia narrata dall'autrice è risultata talmente vivida, intensa e vibrante che mi è sembrato di essere lì con Nina e con le sue compagne, nelle stanze piene di tristezza del brefotrofio e nelle strade delle manifestazioni operaie.
Questa è una sintesi del mio 2023 in libri e qualche dettaglio in più si può trovare scorrendo i pochi post degli ultimi dodici mesi o sbirciando su Goodreads.
Il vostro anno di letture come è stato? Abbiamo qualche lettura in comune, qualche libro del cuore condiviso? Quali testi hanno reso indimenticabile il 2023 e vorreste consigliare?
In attesa di leggervi, mando a tutti i miei auguri per un sereno 2024!
 
C.M.

Commenti

  1. la mia top five della narrativa:
    -L’eterna gioventù di Maurizio Maggiani, romanzo sulla rivolta libertaria lungo un intero secolo, con le storie di donne e uomini militanti e appassionati che danno un senso universale alle loro vite attraverso le loro sconfitte e le loro vittorie
    -L’ultimo veliero di Marcello Venturi, quasi una fiaba, tenera ma scanzonata, di un manipolo di vecchi marinai che evadono dall'ospizio dove trascinano i loro ultimi anni e restaurano e rimettono in viaggio un veliero destinato al disarmo
    -Malinverno di Domenico Dara, di cui non dico niente, perché lo conoscete tutti
    -Germinale di Émile Zola, idem come sopra
    -Germani in bellavista di Alda Bruno, racconto agro, anzi di più (ma troppo divertente) sulle relazioni di famiglia. altro che Monicelli coi suoi Parenti serpenti!
    la top five dei saggi:
    -Notturno italiano di Lucio Villari, che certamente conosci, esamina il passaggio tra '800 e '900 nella storia d'Italia
    -Sono razzista, ma sto cercando di smettere di Guido Barbujani, con lo stile accattivante proprio dell'autore, genetista di fama saggio, competente e divertente
    -La civiltà della forchetta di Giovanni Rebora, storia e storie di cibi e di cucina
    -I Daneu, una famiglia di antiquari di Alessandra Lavagnino, per soddisfare la mia passione per le saghe e le storie familiari, meglio se non romanzate
    -Il manoscritto di Stephen Greenblatt, sulla riscoperta che Poggio Bracciolini fece del De rerum natura, libro perduto che cambiò la storia della cultura europea
    Ti ho dato qualche spunto, Cristina? spero di sì. buon anno!
    (giusto per onestà: sono la moglie di Maurizio Tattini, che già conosci)

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    1. Mi ricordo, Maria, e ti ringrazio per i numerosi spunti: in particolare l'ultimo libro da te indicato finirà subito in lista!
      Buon anno e buone letture a te e a Maurizio!

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  2. Ho una certa curiosità verso Fellowship Point, la trama mi attrae. Comunque, belle letture, Cristina. Non mi stupisce che ci siano anche riletture, rileggere a volte significa scoprire.

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    1. Ogni rilettura è una nuova lettura: cambiano i momenti, la sensibilità, la ricettività. In genere anche il giudizio complessivo sui libri che riprendo migliora.

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